00 12/11/2016 10:48
Mi ero perso la discussione.
A parte il fatto che se la commissione decide, puoi avere tutte le ragioni di questo mondo ma se vuoi che la tua voce venga ascoltata devi fare i salti mortali ... Loro, come i vari responsabili dei comitati, sono degli Dei intoccabili e non sbagliano mai! Vabbè, sono un po' inviperito ma questo lo sapete già ...

Detto questo, esistono normative riguardanti il comportamento da tenersi. In particolare, nel regolamento ufficiale c'è un capitoletto apposito chiamato "fairplay" (chiamarla in italiano? Che so ... "Lealtà sportiva"! Faceva schifo???) all'interno del Capitolo settimo delle regole di gioco.
Il Capitolo 7 è quello intitolato "REQUISITI DEL COMPORTAMENTO".
La regola 20.2 è la seguente (estraggo quello che ci interessa):

20.2 FAIR PLAY
20.2.1 I partecipanti devono comportarsi con rispetto e cortesia nello spirito del fair play, non solo nei confronti degli arbitri, ma anche verso gli altri ufficiali di gara, gli avversari, i propri compagni e gli spettatori.

E fin qui non ci sono dubbi sulla "qualità" della sanzione visto che l'arbitro DEVE vigilare che ci sia questo comportamento di lealtà sportiva da parte di ogni giocatore anche nei confronti dei propri compagni.

Non ho trovato, però, specifici riferimenti "temporali" che possano limitare l'azione dell'arbitro. Non esiste, nemmeno nel protocollo di gara per la Serie A o per quelle inferiori fino ai campionati provinciali o under, un capitolo che dica l'autorità dell'arbitro inizia qui e finisce lì. Inoltre, l'azione dell'arbitro non è limitata nemmeno "fisicamente" cioè non viene limitata al solo campo di gioco, arre circostanti o cose simili.

Per quello che ricordo io, e certamente ricordo male, durante una lezione di uno dei corsi che ho seguito, era presente un responsabile arbitri (non ricordo chi, come e quando, vado a memoria) e ricordo che disse che l'arbitro è responsabile di tutto (nei limiti delle competenze comunque) da quando arriva a quando esce ma, addirittura, anche dopo che se ne è andato. Io ricordo un esempio nel quale diceva che se un arbitro dovesse prendere il bus dopo la gara e dovesse incontrare un atleta della gara appena conclusa che gli dicesse peste e corna, questo atleta poteva venire sanzionato (se riconosciuto, ovviamente). Siamo nel mondo dell'assurdo (ma non poi così tanto) però credo proprio che l'arbitro abbia poteri quasi divini e se si tratta di questioni di "lealtà sportiva" sono convinto che sia giusto che possa sanzionare anche un ragazzo che, nonostante tutte le ragioni del caso, dovesse mancare di rispetto ai propri compagni anche sotto la doccia.

Ovviamente non mi riferisco al caso specifico che non conosco (manco so dov'è Fornovo! Mai avuto il piacere ...).
[Modificato da Cioci73 12/11/2016 10:58]